2) Andar per coti
Giglio Porto - Strada delle Vaccarecce - Antico Faro - il Colle del Fenaio - il Faro del Fenaio - il sentiero di Radice e Cala Monella - la pineta dell'Antico Faro - Giglio Porto.
Tempo: 3 ore. Dislivello: 350 m. Periodo indicato per l'escursione: qualsiasi. Vicinanza al mare: sempre in quota. Spostamenti: l'itinerario può essere percorso solo in parte in bicicletta, motorino o automobile. Attrezzature: nessuna.
Si parte da Giglio Porto, salendo per la Provinciale. Si consiglia di fermarsi un attimo per ammirare il panorama della costa orientale, il suo profilo che si snoda morbido dalla Punta di Radice fino agli scogli del Lazzeretto. Arrivati ad un grande tornante si imbocca la strada che indica il Sentiero delle Vaccarecce e il Faro del Fenaio. Anche se la strada rimane asfaltata, è certamente più bello lasciare lì il mezzo e incamminarsi a piedi. L'Antico Faro, recentemente ristrutturato, fà bella mostra di sé tra i pini, ed è bello lasciarsi andare alle sensazioni di frescura che qui emanano. E tra i pini compaiono le coti, massi erratici di granito che sembrano evocare antichi riti druidici, in una Stonehenge del Tirreno.
Lentamente la strada degrada fino a diventare mulattiera, e bianchi filoni di pegmatite intersecano il granito che qui appare grigiastro. La tormalina schörlite compare in bei cristalli neri, ma il re incontrastato della zona è il quarzo anche in cristalli centimetrici, residuo dello sbriciolamento della quarzite, l'antica roccia metamorfica che copriva il granito. Nei filoni compare anche, raramente, l'allanite, silicato di terre rare, in individui così perfetti da essere definiti i più bei cristalli reperiti finora in Italia. Si prosegue per il sentiero: nella quarzite ogni tanto occhieggiano rare masserelle di goethite e bei cristalli di quarzo. Si può decidere di proseguire per i numerosi sentieri che si affacciano sulla destra, ora verso la Punta di Radice, ora verso la Cala Monella o la Punta della Calbugina, o andare avanti fino al Faro, dove rari filoni di quarzite sembrano gettarsi nel mare immensamente blu. Si risale poi fino quasi a tornare al punto di partenza, dove i mille profumi dell'isola lasciano il campo alla frescura della pineta, e si svolta a destra, per ammirare il Golfo di Campese ed il Castello. Si tiene la pineta sempre sulla sinistra, assaporandone i profumi ed i colori, per giungere definitivamente al tornante iniziale, lungo la Provinciale.